Nelle scorse settimane, in strada, si incontravano le baracane
trainate da trattori, dirette alla cantina del paese, cariche d’uva nera appena
vendemmiata.
Terminata questa profumata processione, inizia la spremitura
dell’uva, dalla quale si ottiene il mosto.
La maggior parte del mosto è utilizzata per la produzione
del vino, in particolare il Lambrusco, una piccola parte, invece, viene
trasformata in Mosto Cotto (il mosto viene cotto a fuoco lentissimo fino a che
ne resta 1/3 della quantità iniziale) che è destinato alla produzione del
pregiatissimo Aceto Balsamico Tradizionale di Modena.
Nella tradizione contadina, era consuetudine, in questo
periodo, preparare il budino d’uva detto in dialetto “I SòGGHI” o Sughi. Stiamo
parlando di una semplice preparazione che in ogni angolo del paese ha varianti
profumante e fantasiose, ma sempre legate al territorio e alla stagionalità.
Vi lascio così, la ricetta di casa mia.
Ingredienti
1lt di mosto fresco
90g di farina 00
1 cucchiaio di zucchero
Preparazione
Stemperate la
farina già miscelata allo zucchero, col mosto, aggiungendolo poco alla volta.
Portate il
tegame sul fuoco e, mescolando di continuo, arrivate a bollore e cuocete ancora
per 2-3’.
Se durante
la cottura si forma un poco di schiuma, eliminarla con l’aiuto di un cucchiaio
passato sulla superficie.
A casa
nostra venivano poi versati in piatti fondi, quelli per la minestra, e
conservati in cantina al fresco, senza coprirli.
Avendo
pazienza e parsimonia nel mangiarli, sulla superfice si formeranno così detti
fiori (puntini bianchi), e quello sarà il momento migliore per gustarli.
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