Quando a inizio luglio mi è giunta la
comunicazione della partecipazione alla 68esima edizione di Peperò, la Sagra del Peperone di
Carmagnola ho realizzato che stavo per raggiungere un
obiettivo che rincorrevo da tempo.
Re Povron e la Bela Povronera, nei loro costumi rosso
scarlatto, guidano la sfilata delle maschere per le vie di Carmagnola.
Un omaggio che la cittadina piemontese dedica al suo prodotto più
illustre, quel “Re peperone”
(re povron in dialetto con la sua compagna povronera) celebrato da più di
sessant’anni con una grande sagra di fine estate.
Io,
proprio io, con altri 9 food-blogger provenienti da tutta Italia sono stata selezionata
per presentare una ricetta della mia regione che vedesse protagonista il
peperone di Carmagnola.
Dopo tanto lavoro vedo realizzato un sogno, partecipare a eventi
nazionali volti a valorizzare la nostra Italia; e tutto questo alimenta il
“mio” percorso professionale.
Subito felice e propositiva mi
sono documentata : Il peperone, pianta esotica
di origine probabilmente sudamericana (Perù), venne introdotto in Europa nel
secolo XVI, dove si diffuse rapidamente nelle regioni a clima temperato intorno
al XVIII secolo. All'inizio del Novecento la specie si diffuse anche nel
Carmagnolese, dove trovò un ambiente pedoclimatico particolare. L'arrivo
tardivo nella zona è suffragato dai vecchi ricettari piemontesi di fine '800,
che non considerano in alcun modo il peperone (mentre si conosceva già il
"pomi d'oro"). Sembra che le prime esperienze di coltivazione
risalgano agli anni intorno al 1915 nella fraz. Salsasio (dietro sollecitazione
di un tale Ferrero, commerciante di ortaggi sulle piazze torinesi).
Facile
chiamarlo peperone di Carmagnola, ma non è cosi: quadrato, lungo a corno di
bue, trottola e tematico, di colori, gialli, rossi, verdi e striati. Carmagnola
non è solo peperone: è terra di confine fra la Provincia Granda (Cuneo) e la
periferia Sud di Torino. Famosa per via della tragedia manzoniana, oggi è la
capitale del peperone, coltivato intensivamente.
Ma come può una emiliana riuscire a far conoscere la sua
terra e la sua tradizione inserendo un elemento così importante? Seduta davanti a un meraviglioso cesto
di Peperoni di Carmagnola mi lascio trasportare dai loro lucenti colori e da
quel leggero sentore che stuzzica il mio naso. La mia mente inizia a viaggiare,
li prendo in mano li tocco e li accarezzo, e continuo a pensare a cosa farne. Un’idea
inizia a prendere forma nella mia mente…la pasta fresca ripiena, forte simbolo
della mia terra. Ho deciso, voglio preparare un tortello speciale, con un cuore
di velluto e un ragù di coriandoli colorati!
A voi il verdetto, perché
assaggiando questa squisita pietanza, sarete la mia bocca, il mio palato, i
miei occhi e il mio naso.
Ecco la ricetta.
2 uova fresche
grandi
200g farina tipo “0”
150g ricotta
vaccina ben sgocciolata
150g mascarpone
Sale e pepe
2 peperoni
gialli
2 peperoni
rossi
½ scalogno
2 rametti di
timo fresco
10 cucchiai di
Saba (mosto d’uva cotto)
Olio evo e sale
1 noce di burro
100g pancetta
dolce stesa
Preparazione
Impastate uova e farina fino a ottenere un panetto
liscio, avvolgete con pellicola e fate riposare circa un’ora.
In una ciotola, versate la ricotta, il mascarpone il
tuorlo d’uovo e regolate di sale e pepe. Amalgamate bene e trasferite in una
sac a poche che riporrete in frigorifero.
Mondare i peperoni privandoli dei semi e delle
nervature bianche. Tagliateli a listarelle e poi a cubetti, tipo coriandoli.

In un’altra padellina, fate dorare la pancetta fino a
renderla croccante, poi trasferite le fette su carta cucina, per eliminare il
grasso in eccesso.
Stendete la sfoglia, ritagliate i quadrati di circa
6x6 e farciteli col ripieno al mascarpone, quindi ripiegate a tortello.
Lessate i tortelli in acqua bollente salata e
scolateli in una padella col burro e poca acqua di cottura, mantecate e
trasferite nel piatto di portata. Condite col ragù di peperoni e cospargete di
pancetta croccante sbriciolata al momento.
I sapori e le consistenze così ben separati, regaleranno
a ogni boccone emozioni diverse.
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